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  • Immagine del redattoreLuisa Colombo

Dopo tanto dolore, la vita continua...



Anche stasera mi ritaglio uno spicchio di tempo, per sfogliare una rivista e subito mi colpisce il titolo di questa pagina...

Osservo le parole che aprono lo spazio delle “Lettere alla Direttrice” e leggo: “Dopo tanto dolore, impariamo a sorridere, la vita continua…”.

Non ho esitato a stringere tra le dita la penna stilografica nera, la stessa usata per scrivere le pagine dei miei libri e le tante relazioni dei miei detenuti e il mio pensiero è volato proprio lì, tra le sbarre del carcere di Bollate e di Bergamo, dove trascorro e ho trascorso molto del mio tempo e ho pensato a loro, ai miei ragazzi confinati tra quelle alte mura di cemento.

Ho risentito il suono di quelle voci mentre mi affidavano quelle stesse parole; quella frase sentita spesso in quei luoghi, soprattutto quando, raggiunta la consapevolezza di quanto fatto e seguito percorsi trattamentali e rieducativi, la loro vita comincia faticosamente a cambiare direzione, fino al raggiungimento di quel bivio, in cui la scelta conduce a quel cambiamento dalla parvenza miracolosa... e credetemi spesso lo è davvero...miracolosa. Sono un’arteterapeuta e da oltre due mesi sono chiusa in casa, come la maggior parte degli italiani, ma non riesco a lamentarmi, perché so cos’è la vita da reclusi e non somiglia affatto a quella che ci è stata imposta unicamente per salvaguardare la nostra salute e la nostra incolumità.

Certo, siamo trincerati nelle nostre case da molto tempo, in quello che dovrebbe essere il nostro luogo sicuro, accanto ai nostri figli, con la possibilità di telefonare, di videochiamare, di navigare sui tanti social, di uscire sul balcone a cantare, di guardare la tv, di cucinare come e quando vogliamo e di riappropriarci dei nostri hobby e di quel tempo che fino a qualche mese fa, reclamavamo con tutta la nostra forza.

La reclusione non è questa e non è giusto nutrire il senso di vuoto, la solitudine, la mancanza di libertà, convincendoci di essere reclusi. È vero, la distanza dagli affetti, dagli amici e dalle persone care, comincia a pesare molto, ma proviamo a sorridere, pensando a quanto sarà bello, quando potremo riabbracciarci.

Sarà il mio ottimismo o saranno quei luoghi che sono recipienti di sofferenza morale, che abitualmente frequento, che mi spingono a non lamentarmi; sarà la fortuna di non avere subito in famiglia una delle tante tragedie che hanno colpito molti italiani, sarà la voglia di scovare in tutto questo stravolgimento Covidiano, nuove opportunità, nuove energie e tanta, tanta voglia di ricominciare, di dar vita a nuovi progetti e tornare alla nostra rinnovata quotidianità compresa quella per me, di varcare nuovamente quella soglia, che consente l’ingresso nel vero mondo della reclusione forzata e di proseguire con i miei ragazzi del gruppo di Arteterapia, il nostro percorso di artistica crescita umana... insieme, gli uni accanto agli altri.

Dobbiamo solo davvero imparare a sorridere, perché la vita continua e in questo periodo abbiamo avuto proprio l’opportunità di imparare ad apprezzarla in tutte le sue sfaccettature, soprattutto quelle che forse davamo sempre e troppo per scontate. Buona notte a tutti


(iCdLx - 6 maggio 2020)

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