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L'Indifferenza...

  • Immagine del redattore: Luisa Colombo
    Luisa Colombo
  • 11 mag 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Non è questione di pessimismo o di predisposizione a cogliere il lato peggiore o negativo delle cose, ma oggi più che mai, guardandomi attorno e lanciando uno sguardo neanche troppo approfondito, dopo essere passati attraverso la devastazione di questa emergenza che ancora non ci ha abbandonati, mi soffermo a riflettere e penso che questa società, sia catalogabile come la società dell'indifferenza e che la stessa, non sia solo la punta dell’iceberg in cui viviamo congelati, ma sia il concentrato e l’essenza dell’anaffettivita, dell’egoismo dilagante e dei valori che col tempo, hanno visto spostare il loro fulcro dalle persone alle cose.

Mi fa paura tutto questo, mi terrorizza vedere quell’alone di indifferenza , quello che nelle pubblicità degli anni ottanta, circondava i malati di AIDS e che ora, in modo ancor più pestilenziale, circonda in modo invisibile, quantomeno ad occhiu nudo, un numero incalcolabile di persone e che impedisce a eventi emotivamente importanti, di scalfire anche solo minimamente, quella barriera che è tutt’altro che protettiva.

Questa società così evoluta, così proiettata verso il futuro, è tanto avanti da aver smarrito per strada le cose più importanti, quelle fondamentali, quelle che guarda caso non hanno prezzo, non sono commerciabili e su cui non si può creare alcun business.

Grazie a Dio, non esiste ancora il mercato delle emozioni, un bancomat dove prelevare all’occorrenza i sentimenti, un distributore automatico con tessera prepagata di affetto, carità e amicizia!

Se solo la civiltà moderna, quella che sottopone ogni cosa a diagnosi, quella che distribuisce Life Skill sull’importanza della cultura, dell’intelligenza emotiva, quella che ci bombarda i neuroni con paroloni come Alessitimia, e traumi emotivi, comprendesse quanto più semplice sarebbe insegnare quanto fa stare bene tendere una mano, quanto valore ha una parola di conforto, quanto sia positivamente contagiosa la generosità; se solo ci credessimo tutti un po’ di più...

La sola cosa da imparare è saper rinunciare ad un po’ del proprio tempo, che poi nell'ottica del donare con generosità, non sarebbe nemmeno più una rinuncia!

Basterebbe ricordarsi che da qualche parte c’è sicuramente qualcuno che aspetta un cenno, una parola, un gesto di vicinanza.

Certo, capisco che questa non è una dote comune e chi non fa palestra per tenere il cuore allenato, prima o poi si ritroverà totalmente inaridito, solo e intrappolato in quell’alone di indifferenza, che costituisce la piaga peggiore del nostro tempo e che invece di proteggerci, finirà con l'ucciderci!

(iCdLx)

 
 
 

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