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La Solitudine...

  • Immagine del redattore: Luisa Colombo
    Luisa Colombo
  • 15 mag 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

La solitudine... la fuggivamo rifugiandoci negli aperitivi, nelle interminabili ore di lavoro, nello shopping, nelle cene e nelle serate in discoteca o nei locali, ma poi è arrivato il Re infetto che con uno spintone ha chiuso ognuno di noi nelle proprie case, costringendoci a guardarla in faccia, questa indesiderata sconosciuta che improvvisamente invade le giornate, senza bussare alla porta e senza chiedere permesso e allora non siamo più potuti fuggire e abbiamo dovuto imparare a conoscerci, a capirci... abbiamo dovuto imparare a convivere con lei.

La solitudine... di lei hanno scritto poeti e scrittori, i musicisti e i cantanti le hanno dedicato melodie struggenti e canzoni toccanti; i pittori e gli scultori l' hanno raccontata con i loro colori e le loro forme, ma che cos'è questa sensazione che fa parte della vita di ogni essere umano, perchè ci spaventa così tanto?

E come mai accompagnata dalla paura generata da questa pandemia, ha tolto la serenità e tranquillità a tante persone?

La solitudine... dicono che sia roba da deboli, che i forti non ne sono vittime, ma ai giorni nostri, è più viva che mai.

Si insinua subdolamente negli interminabili tempi silenti di un messaggio che attende una risposta. Regna sovrana nella mancanza di occhi che si perdono in altri occhi, di sguardi che si scontrano con schermi iridescenti, straricchi di colori e privi di sentimenti.

Impera dove mancano mani che si sfiorano, dita che si intrecciano, rubando le note più melodiose della voce.

Vive la solitudine nei like di amicizie fittizie, in quei mi piace che si fermano sulle superfici di foto ritoccate, dove il tempo viene fermato.

Esiste la solitudine, capita di sentirsela incollata addosso, inzuppata dai “ti voglio bene” non detti, dai “ti amo mai pronunciati”, dai “mi manchi” non ascoltati.

Maledetta o benedetta emozione, che ti costringe a scavarti dentro, che ti accompagna negli angoli più bui dell’anima.

Ti rende fragile, ti fa riscoprire umana, ti fa essere quello che la società digital/touch respinge e rifiuta. La solitudine ti insegna l’arte dell’attesa, ti obbliga a rispettare i tempi umani, distanti ed incompatibili da quelli virtuali.

La solitudine esiste, vive, c’è e abita dentro sorrisi smaglianti, tra le righe di frasi tragicomiche, celata nelle lacrime travestite di gioia.

La solitudine è qui e se non l’accogli, ti trascina con la forza della sua corrente negli abissi da cui solo tu, puoi trovare una via d’uscita.

La solitudine è ovunque e oggi più che mai ce ne siamo resi conto, ci siamo accorti che esiste e forse abbiamo anche capito che la fragilità ci insegna ad apprezzarla, proprio quando restando soli con noi stessi, impariamo a farci cullare dalle sue inconfondibili note, che ci accompagnano nella riscoperta della straordinaria persona che ognuno di noi è.

La solitudine... fuggire non serve, comprendere senza vergogna perchè invade il nostro animo, invece si.

(iCdLx)

 
 
 

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