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  • Immagine del redattoreLuisa Colombo

Lettera dal Re con la corona infetta



Si sono proprio io...

Sono quello che nessuno di voi ha visto ad occhio nudo mentre subdolamente mi aggiravo per le strade, mi nascondevo tra le vostre strette di mano; mentre mi insinuavo nelle vostre vite e le stravolgevo.

Sono quello che indossa una corona e come un vero Re, vi ho fermato. Io sono quello che vi ha tolto il respiro e con gran dispiacere, ad alcuni di voi, ha tolto la vita.

Sono quello che vi infonde paura e terrore; quello che avete sottovalutato, deriso e preso in giro. Sono quello che un giorno dopo l'altro, ha trasformato la vita di persone, paesi, città; la vita di ogni abitante di questo pianeta.

Io sono colui che senza avere voce, ha urlato stop, costringendovi a stare chiusi nelle vostre case, rubandovi gli abbracci degli amici e i baci delle persone amate. Sono quello che vi ha costretto a capire, che non c'è un essere migliore di un altro; al mio cospetto siete tutti uguali.

Io sono quello che ora vi costringe a respirare con la bocca coperta di carta, con le mani protette da una seconda pelle di lattice; che vi obbliga a rinunciare alla movida, che non vi permette di stare accanto ai vostri cari, neanche per accompagnarli nell'ultimo viaggio, che vi relega confinati tra le vostre pareti domestiche.

Sono quel Re bastardo, che ha trasformato le corsie dei vostri ospedali, nelle trincee di un fronte devastato dalla peggiore delle guerre; una guerra con armi ancora da scoprire e con le munizioni che stanno per finire.

Sono il Re dalla corona infetta, quello che ha fatto scomparire il traffico dalle vostre strade, per far rimbombare nell'aria, il suono delle sirene delle ambulanze e delle campane delle chiese; suoni che anticipano altro strazio e disperazione.

Io sono colui che voi incolpate e condannate, per aver fatto a brandelli le vostre certezze, i vostri equilibri, per avervi tolto la libertà. Sono il Re dalla corona infetta, quel Re infido che vi ha costretti a guardare la vita e a guardarvi tra voi, con occhi nuovi, impregnati di lacrime.

Sono quello che ha spolverato e annaffiato le vostre coscienze; sono quello che vi ha fatto vedere quanto eravate diventati egoisti, individualisti e superficiali e ora, ora che vi sentite senza respiro, solo ora, potete capire come avevate trascurato la nostra Madre Terra, quando voi avevate tolto il respiro a lei, troppo presi dalle vostre cose, troppo intenti a rincorrere chi o cosa non lo so...

Io sono colui che vi ha sbattuto in faccia il dolore, la sofferenza, la frustrazione, il senso della sconfitta; che vi ha fatto capire che non siete onnipotenti.

Sono quello che vi ha ricondotti a credere, ad avere fede, ognuno nel suo Dio. Sono forte, perfido e ambiguo, ma voi avete già capito come lottare per sconfiggermi e lo avete fatto quando avete compreso che tutti insieme, lontani, ma insieme, avreste dovuto dichiararmi guerra proteggendovi nelle vostre case.

Non vi ho aggredito per distruggervi, ma per riunirvi e quando me ne sarò andato, avrete capito il valore di ciò che avevate perso di vista, avrete imparato che non si deve mai dare nulla per scontato, ma si deve sempre guardare alla vita con gratitudine.

Sono quello che vi ha messo in ginocchio, che vi ha divisi, allontanati, separati, per insegnarvi di nuovo a lottare insieme e insieme, a sperare in un mondo e in un futuro migliore.

Non dimenticatemi, non dimenticate mai ciò che vi ha insegnato il dolore, la sofferenza e la privazione che vi ho causato.

(Covid-19 - 26 marzo 2020)


(iCdLx - Luisa Colombo)

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