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" Alla guerriera bella e senza amore, un cavaliere andò ad offrire il core..."

Sono queste le prime parole del testo de "La leggenda della Grigna", la canzone dalle inconfondibili note, che ogni lecchese conosce a memoria e che quest'oggi, ognuno di noi, con intensa commozione, più che mai ricorda.

Ezio e Giovanni, due esperti alpinisti, due abili soccorritori, oggi, come moltissime altre volte, sicuramente dopo aver verificato le condizioni atmosferiche, che non destavano alcuna preoccupazione, hanno preparato la loro attrezzatura per la risalita.

Chissà quante volte lo avevano fatto!

Sicuramente sempre con grande scrupolo e attenzione; sia quando si preparavano per partire alla volta di nuove spedizioni, o per ripercorrere vie già tracciate, come quella del "Cerro Torre", da dove erano appena tornati, oppure per correre in soccorso di escursionisti poco esperti o improvvisati, o colti impreparati dai repentini cambiamenti climatici, che spesso si verificano in montagna, o per portare aiuto a vittime del fato, di un destino già scritto, che doveva compiersi su quei sentieri.

Ma oggi, risalendo il "Canalone del Sasso", la Guerriera, il cuore ve lo ha strappato, lo ha voluto, come pegno eterno del vostro amore per lei e con lui, ha fatto svanire tutti i vostri sogni e le vostre speranze.

"Lei", che da quella torre vi vedea salire, questa volta non ha affidato il compito ad una sentinella, che stava sopra il ponte, ma ad una crudele valanga, che non ha scagliato una freccia in fronte, ma che ha travolto i vostri corpi, rubandovi la vita.

Chi ama le montagne, sa quanto a volte possano essere traditrici e nonostante il vostro amore, ripetutamente dimostrato, oggi vi ha traditi.

Perché sì, ci sono amori che uccidono, senza dare una spiegazione, senza un perché, senza risposte, lasciando solo enormi e strazianti interrogativi.

Perché voi...Perché?

Voi, che non esitavate a correre in soccorso di chi , disperso tra i sentieri o intrappolato senza vie d'uscita, lanciava un SOS...

Voi, che fieri, orgogliosi e devoti, portavate sul petto e marchiato sulla vostra anima, il distintivo giallo del Soccorso Alpino, con quella croce bianca, bordata di rosso...

Voi, che avete tracciato nuove vie e messo in sicurezza ferrate e sentieri, su cui innumerevoli escursionisti passano, per raggiungere le vette...

Voi, che oggi, in silenzio, avete definitivamente consacrato la vostra vita a quella montagna, con un "finchè morte non ci separi", che ora riecheggia in tutte le valli, in tutti i canaloni, in tutti gli strapiombi, fino alla spaccatura più profonda di ogni crepaccio...

Iddio, che già un tempo punisti quella Guerriera, trasformandola nella Grigna, una montagna a cui tutti noi, che la conosciamo, guardiamo con grande timore e punisti la Sentinella, trasformandola nella Grignetta, ora, completamente indifesi e disarmati di fronte a questo dramma, ti chiediamo: "Ora che farai Iddio, che farai Signore delle cime, ora che i nostri amici, hai chiesto alla montagna?"

Ti chiediamo Iddio, di accoglierli su nel paradiso e di lasciali andare per le tue montagne.

Ti chiediamo, se puoi, di lenire le sofferenze delle famiglie di Ezio e di Giovanni e dar loro la forza di andare avanti, nonostante questa tragedia che li ha travolti, così come quella maledetta valanga, ha travolto questi due alpinisti, due uomini di grande umanità, che ora, sono certa sia così, vegliano sui loro cari e sui loro compagni del Soccorso Alpino di Lecco, canticchiando col sorriso sul viso:

" Noi pur t'amiamo d'un amor fedele, montagna che sei bella e sei crudele..." , ammirando quello splendido panomarama che solo la cima della Grigna regala e a tutti noi, colpiti da questo lutto, che é il lutto di una città intera, non resta che unirci in preghiera, per ringraziarvi per tutto il bene che avete fatto.

Arrivederci Ezio e Giovanni

Riposate in pace

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  • Immagine del redattoreLuisa Colombo

Penso all’amore e subito bussano alla porta del mio cuore, i ricordi delle persone a me più care; penso all’amore e i loro visi mi appaiono. Penso alla parola amore e credo non esistano canzoni, o poesie, dove queste cinque lettere, dal suono inconfondibile, non compaiano almeno una volta. Ci penso oggi; in questa giornata, che dicono essere, dedicata agli innamorati, all’amore, ma io non l’ho mai festeggiata, non perché non abbia mai amato, ma perché non ho mai voluto rinchiudere, il mio significato di amore, dentro quelle scatole di cioccolatini, tanto belle e carine, a forma di cuore, o seduta al tavolo di una costosa cena a lume di candela, o da tutto ciò che riduce ed ingabbia questo straordinario dono, in un atto di puro consumismo. Mi piace pensare all’amore, come ad un sentimento eterno, che bisogna onorare ogni giorno e che proprio un giorno dopo l’altro, bisogna curare, accudire e rispettare. Non voglio pensare all’amore, come un’ esperienza passeggera, ma voglio immaginarlo, come un susseguirsi di emozioni, che accompagnano l’esistenza di ogni individuo. Può esaurirsi, certo, ma se è stato amore, qualcosa di quel sentimento, resterà per sempre in noi e non voglio limitare l'amore, ai soli innamorati, perche ci sono amori, che non cesseranno mai di esistere, e sono l'amore per i figli e per i genitori, quelli che troppo spesso si danno per scontati e non si celebrano mai.

Pensare all’amore fa bene, vedere innamorati scambiarsi gesti affettuosi, fa sognare; fa sperare, a chi il suo amore, ce l’ha accanto, in una lunga vita insieme e a chi ancora lo attende, alla speranza che arrivi presto.

Ma c’è sempre un rovescio della medaglia e le cronache dei tempi odierni, somiglianti a bollettini di guerra, hanno mutato troppo spesso, in modo irreversibile, il senso di questa sacra parola, purtroppo inflazionata, abusata, maltrattata, collegandola a qualcosa di indefinibilmente malato, che non è più motivo di gioia, felicità e serenità, ma che diventa causa di sofferenza, strazio e drammatiche vicende, che arrivano anche a narrare di eventi, che annientano il dono più prezioso che ci è stato fatto, la vita. Oggi, in questa giornata che celebra l’amore, non riesco a non pensare a chi, proprio a causa di portatori malsani di questo sentimento, infettato dalla follia e da un insano egocentrismo, ha cessato di vivere. Penso alla mamma di Pamela, a cui hanno straziato e fatto a pezzi, il suo amore più grande, sua figlia. Penso a Jessica, all’amore che cercava e che non aveva mai ricevuto e che ora, non potrà più trovare. Penso a tutte quelle donne, che hanno perso la vita, per mano di uomini a cui avevano affidato il loro cuore e la loro esistenza...perdonatemi, ma oggi non riesco a non pensare a loro e le luccicanti scatole di cioccolatini, si trasformano in mazzi di rose nere, i cui gambi sono ornati da spine acuminate. Penso a chi, per amore, soffre e ha sofferto, a chi per amore ha perso la libertà; sì, per amore, quel sentimento che più di ogni alto, la libertà dovrebbe donarla. Penso a coloro che vivono amori, dilaniati dal peso della lontananza.

Amori soffocati dalla gelosia.

Amori tormentati dall’orgoglio.

Amori sconfitti da scelte non fatte. Amori invisibili. Amori perduti. Amori rubati. Oggi il mio pensiero, è rivolto a tutte quelle persone, che in nome dell’amore in cui hanno creduto, hanno subito umiliazioni, violenze e prevaricazioni di ogni tipo e penso a chi, il grande amore lo ha perso ed ora vive a metà. Rivolgo il mio pensiero a chi è costretto ad elemosinare briciole di affetto, a chi attende silenziosamente, agli angoli della vita, gesti e parole, che forse non arriveranno mai. L’amore è il carburante del mondo, è un sentimento di straordinaria forza, che ha il potere di curare e guarire e mi rattrista pensare, che lo si debba celebrare un solo giorno. Ma del resto, abissale è la differenza tra innamoramento e amore e non sempre è chiara e forse è per questo, che anche oggi qualcuno, scioglierà in bocca cioccolatini a forma di cuore, o annuserà mazzi rose rosse, dimenticando che il vero significato dell’ AMORE, non è da dimostrare solo oggi, ma è da ricercare in quei fili invisibili, che creano indissolubili legami, tra le lettere che compongono questa parola e che sono la forza dell’amore stesso. Buon San Valentino a tutti (iCdL - Luisa colombo)

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  • Immagine del redattoreLuisa Colombo

C'è una scuola, a cui non sempre ci si iscrive volontariamente; a volte si sceglie con forza e convinzione di frequentarla, altre volte ci si ritrova inaspettatamente allievi di questo percorso. Un po' ingenuamente, si pensa che questo corso, abbia una durata di alcuni mesi, ma poi, strada facendo, ci si rende conto che in questa scuola, non ci si laurea mai, non si finisce mai di imparare!

Nei primi mesi ti tuffi nei libri, cerchi informazioni e risposte navigando in Internet, parli con chi, già da tempo, è allievo di questa particolare facoltà e cerchi di apprendere il più possibile, tenendo ben strette le tue esperienze personali, nella speranza che siano positive! Il primo grande insegnamento lo percepisci, quando ti rendi conto, che sin dai primi mesi di frequenza, hai cominciato a vedere le cose sotto un altro punto di vista, a non pensare più unicamente a te stessa e sei molto più sensibile a tutto ciò che ti circonda, alla natura, ai profumi, agli odori. È una facoltà assai strana questa, si fanno parecchi esami, ma non i soliti, non come quelli delle altre scuole, in cui c'è una parte scritta e una orale; qui, nel primo step, si fanno esami una volta al mese e attendi i risultati con un'ansia, che nessun'altra scuola al mondo ti metterebbe mai. Forse e' proprio a causa di quest'ansia o dello stress per il risultato del corso, che durante la prima parte della scuola, si ingrassa incredibilmente.

Inizi queste lezioni e tutte le domande, che durante la tua vita non ti avevano mai sfiorato, presentandosi alla tua mente, occupano buona parte dei pensieri e delle riflessioni delle tue giornate; tanti dubbi, tante perplessità e un po' di ansia...e soprattutto ti chiedi, abbastanza spesso, se sarai in grado di svolgere questa professione. Il primo esame importante, arriva dopo nove mesi; durante quell'esame proverai sensazioni nuove, dolore ed emozioni che ti resteranno indelebilmente impresse, per il resto della tua vita. Da quel momento in poi, le prossime sessioni d’esame, saranno a sorpresa e nessuno sarà lì, per dirti se hai fatto bene o male; non ci sarà voto o valutazione e spesso sarai tu a giudicare te stessa e il tuo operato e da sola ti renderai conto di com'è andata! Dopo quell'importante esame, in cui taglierai con fierezza quel nastro, che ti ha tenuta legata all'unico vero scopo del tuo corso, scoprirai che questa professione, non concede ferie o scioperi e da questo lavoro non potrai mai più licenziarti! Non esiste stipendio, figuriamoci tredicesima, quattordicesima o premi di produzione, ma le soddisfazioni che regala questa occupazione, non te la darà nessun'altra professione al mondo. E quanto apprendi strada facendo... Impari ad avere pazienza, molta pazienza. Impari a sorridere anche se hai il cuore a pezzi e impari cos'è l'amore incondizionato. Impari a rispettare le scelte di chi, giornalmente, ti mette a dura prova e impari che ascoltare col cuore a volte, serve più che farlo con le orecchie. Impari ad avere mille occhi e quando dormi, uno rimane sempre aperto, come fosse una sentinella di guardia e inspiegabilmente ti ritrovi capace di mettere il tuo bene, all'ultimo posto. E ti rendi conto, che non si finisce mai di imparare, perché per essere un "BRAVO GENITORE", le lezioni da seguire non finiscono mai!

(iCdL - Luisa Colombo)

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Ciao, sono qui per raccontarti ciò che vivo,

le esperienze delle anime che incrociano il mio cammino

e quelle che hanno segnato la mia esistenza.

Qui ti parlo della mia vita, dei miei pensieri, delle mie riflessioni.

Se ti va di leggermi, di commentare, di esprimere il tuo punto di vista, sei libero di farlo...

Credo che la condivisione,

sia una delle esperienze migliori della vita.

Grazie Luisa

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