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Anche stasera mi ritaglio uno spicchio di tempo, per sfogliare una rivista e subito mi colpisce il titolo di questa pagina...

Osservo le parole che aprono lo spazio delle “Lettere alla Direttrice” e leggo: “Dopo tanto dolore, impariamo a sorridere, la vita continua…”.

Non ho esitato a stringere tra le dita la penna stilografica nera, la stessa usata per scrivere le pagine dei miei libri e le tante relazioni dei miei detenuti e il mio pensiero è volato proprio lì, tra le sbarre del carcere di Bollate e di Bergamo, dove trascorro e ho trascorso molto del mio tempo e ho pensato a loro, ai miei ragazzi confinati tra quelle alte mura di cemento.

Ho risentito il suono di quelle voci mentre mi affidavano quelle stesse parole; quella frase sentita spesso in quei luoghi, soprattutto quando, raggiunta la consapevolezza di quanto fatto e seguito percorsi trattamentali e rieducativi, la loro vita comincia faticosamente a cambiare direzione, fino al raggiungimento di quel bivio, in cui la scelta conduce a quel cambiamento dalla parvenza miracolosa... e credetemi spesso lo è davvero...miracolosa. Sono un’arteterapeuta e da oltre due mesi sono chiusa in casa, come la maggior parte degli italiani, ma non riesco a lamentarmi, perché so cos’è la vita da reclusi e non somiglia affatto a quella che ci è stata imposta unicamente per salvaguardare la nostra salute e la nostra incolumità.

Certo, siamo trincerati nelle nostre case da molto tempo, in quello che dovrebbe essere il nostro luogo sicuro, accanto ai nostri figli, con la possibilità di telefonare, di videochiamare, di navigare sui tanti social, di uscire sul balcone a cantare, di guardare la tv, di cucinare come e quando vogliamo e di riappropriarci dei nostri hobby e di quel tempo che fino a qualche mese fa, reclamavamo con tutta la nostra forza.

La reclusione non è questa e non è giusto nutrire il senso di vuoto, la solitudine, la mancanza di libertà, convincendoci di essere reclusi. È vero, la distanza dagli affetti, dagli amici e dalle persone care, comincia a pesare molto, ma proviamo a sorridere, pensando a quanto sarà bello, quando potremo riabbracciarci.

Sarà il mio ottimismo o saranno quei luoghi che sono recipienti di sofferenza morale, che abitualmente frequento, che mi spingono a non lamentarmi; sarà la fortuna di non avere subito in famiglia una delle tante tragedie che hanno colpito molti italiani, sarà la voglia di scovare in tutto questo stravolgimento Covidiano, nuove opportunità, nuove energie e tanta, tanta voglia di ricominciare, di dar vita a nuovi progetti e tornare alla nostra rinnovata quotidianità compresa quella per me, di varcare nuovamente quella soglia, che consente l’ingresso nel vero mondo della reclusione forzata e di proseguire con i miei ragazzi del gruppo di Arteterapia, il nostro percorso di artistica crescita umana... insieme, gli uni accanto agli altri.

Dobbiamo solo davvero imparare a sorridere, perché la vita continua e in questo periodo abbiamo avuto proprio l’opportunità di imparare ad apprezzarla in tutte le sue sfaccettature, soprattutto quelle che forse davamo sempre e troppo per scontate. Buona notte a tutti


(iCdLx - 6 maggio 2020)

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1,15 di notte...

Sto sfogliando una rivista, adesso, si a quest’ora, perché sono tutte storie quelle che fanno credere che in tempi di Corona virus, durante il giorno ci si annoi e si abbia tempo libero... almeno per me non è così!

Comunque... sorseggiando la mia camomilla notturna, quella che ogni sera... ops volevo dire ogni notte, mi illudo possa conciliare il mio sonno che non arriva mai, sfoglio le pagine patinate di questa rivista, dove sono in bella mostra bellissime donne, acconciate e depilate da fare invidia (soprattutto oggigiorno), dove si trovano ricette, servizi fotografici di abiti e accessori all’ultima moda, roba che a guardarli viene spontaneo chiedersi come, dopo due mesi di spadellamenti e zero corsette, si possa entrare lì dentro e proposte di vacanze che non si sa bene con quali soldi si potranno fare... forse i tanti Euro promessi e non ancora arrivati... ma quello è un altro discorso!

Comunque, sfoglio queste pagine colorate, colme di frasi e scritte e con campioni omaggio di profumi, che quando alzi la linguetta, sembra di entrare in una di quelle profumerie con le commesse ben vestite e ben truccate, che dopo averti squadrata da cima a fondo, non vedono l’ora di rifilarti un profumo e all’improvviso appare questa scritta e mi si ferma il cuore, perché non riesco a non pensare che questa quarantena infame, che sta tenendo lontani i “congiunti e gli affetti stabili” così come li hanno definiti con estrema superficialità, porti con sè un grande bisogno di parole che accarezzino l’anima e il cuore, che regalino un po’ di dolcezza in mezzo a tutta questa fatica e devastazione.

Già, perché se fosse anche vero che ciò che conta sono i fatti, in questi momenti di lontanza, di reclusione forzata e di divieto assoluto di abbracci e contatti fisici, le parole sono quel balsamo che lenisce le ferite e quel calore che riesce a sciogliere il ghiaccio in cui questo subdolo di Mr Covid, ci ha ibernati.

Quindi magari diciamole a coloro che amiamo e a cui vogliamo bene, quelle parole che fanno sorridere chi le riceve, ma anche chi le pronuncia...

Buona notte a tutti


(iCdLx - 4 maggio)

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Si sono proprio io...

Sono quello che nessuno di voi ha visto ad occhio nudo mentre subdolamente mi aggiravo per le strade, mi nascondevo tra le vostre strette di mano; mentre mi insinuavo nelle vostre vite e le stravolgevo.

Sono quello che indossa una corona e come un vero Re, vi ho fermato. Io sono quello che vi ha tolto il respiro e con gran dispiacere, ad alcuni di voi, ha tolto la vita.

Sono quello che vi infonde paura e terrore; quello che avete sottovalutato, deriso e preso in giro. Sono quello che un giorno dopo l'altro, ha trasformato la vita di persone, paesi, città; la vita di ogni abitante di questo pianeta.

Io sono colui che senza avere voce, ha urlato stop, costringendovi a stare chiusi nelle vostre case, rubandovi gli abbracci degli amici e i baci delle persone amate. Sono quello che vi ha costretto a capire, che non c'è un essere migliore di un altro; al mio cospetto siete tutti uguali.

Io sono quello che ora vi costringe a respirare con la bocca coperta di carta, con le mani protette da una seconda pelle di lattice; che vi obbliga a rinunciare alla movida, che non vi permette di stare accanto ai vostri cari, neanche per accompagnarli nell'ultimo viaggio, che vi relega confinati tra le vostre pareti domestiche.

Sono quel Re bastardo, che ha trasformato le corsie dei vostri ospedali, nelle trincee di un fronte devastato dalla peggiore delle guerre; una guerra con armi ancora da scoprire e con le munizioni che stanno per finire.

Sono il Re dalla corona infetta, quello che ha fatto scomparire il traffico dalle vostre strade, per far rimbombare nell'aria, il suono delle sirene delle ambulanze e delle campane delle chiese; suoni che anticipano altro strazio e disperazione.

Io sono colui che voi incolpate e condannate, per aver fatto a brandelli le vostre certezze, i vostri equilibri, per avervi tolto la libertà. Sono il Re dalla corona infetta, quel Re infido che vi ha costretti a guardare la vita e a guardarvi tra voi, con occhi nuovi, impregnati di lacrime.

Sono quello che ha spolverato e annaffiato le vostre coscienze; sono quello che vi ha fatto vedere quanto eravate diventati egoisti, individualisti e superficiali e ora, ora che vi sentite senza respiro, solo ora, potete capire come avevate trascurato la nostra Madre Terra, quando voi avevate tolto il respiro a lei, troppo presi dalle vostre cose, troppo intenti a rincorrere chi o cosa non lo so...

Io sono colui che vi ha sbattuto in faccia il dolore, la sofferenza, la frustrazione, il senso della sconfitta; che vi ha fatto capire che non siete onnipotenti.

Sono quello che vi ha ricondotti a credere, ad avere fede, ognuno nel suo Dio. Sono forte, perfido e ambiguo, ma voi avete già capito come lottare per sconfiggermi e lo avete fatto quando avete compreso che tutti insieme, lontani, ma insieme, avreste dovuto dichiararmi guerra proteggendovi nelle vostre case.

Non vi ho aggredito per distruggervi, ma per riunirvi e quando me ne sarò andato, avrete capito il valore di ciò che avevate perso di vista, avrete imparato che non si deve mai dare nulla per scontato, ma si deve sempre guardare alla vita con gratitudine.

Sono quello che vi ha messo in ginocchio, che vi ha divisi, allontanati, separati, per insegnarvi di nuovo a lottare insieme e insieme, a sperare in un mondo e in un futuro migliore.

Non dimenticatemi, non dimenticate mai ciò che vi ha insegnato il dolore, la sofferenza e la privazione che vi ho causato.

(Covid-19 - 26 marzo 2020)


(iCdLx - Luisa Colombo)

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Ciao, sono qui per raccontarti ciò che vivo,

le esperienze delle anime che incrociano il mio cammino

e quelle che hanno segnato la mia esistenza.

Qui ti parlo della mia vita, dei miei pensieri, delle mie riflessioni.

Se ti va di leggermi, di commentare, di esprimere il tuo punto di vista, sei libero di farlo...

Credo che la condivisione,

sia una delle esperienze migliori della vita.

Grazie Luisa

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